Venerdì 13 Dicembre 2024 – II settimana di Avvento
Mt 11,16-19
Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
*
Cosa ci manca davvero per essere felici?
Anche oggi Gesù sembra provocarci dicendo che siamo come bambini capricciosi: niente ci va bene. “Abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.” Effettivamente dobbiamo riconoscere che spesso critichiamo tutto, siamo incapaci di accogliere la bellezza o la sfida di ciò che ci viene offerto…
Al tempo di Gesù, i bambini giocavano spesso nelle piazze, inventandosi scenari di matrimonio o funerale. È interessante come Gesù prenda questa immagine per farci capire che Dio si adatta ai nostri tempi e linguaggi. Lui suona il flauto o canta il lamento, ma siamo noi a decidere se vogliamo danzare o piangere.
Viviamo in un’epoca in cui tutto deve essere perfetto secondo i nostri standard. La foto su Instagram deve essere al top, la playlist deve rispecchiare il nostro mood. Eppure, anche quando tutto sembra “a posto”, ci sentiamo inquieti, insoddisfatti.
Gesù ci invita a uscire dalla logica dell’apparenza e dell’egoismo. È come una danza: se pensiamo solo ai nostri passi, non riusciamo a seguire la musica. Ci isoliamo, chiusi nei nostri schemi. Questo succede anche nei rapporti: quante volte giudichiamo gli altri senza conoscerli davvero? Non ascoltiamo, non accogliamo, pensando di sapere già tutto. Quella chiusura ci allontana dagli altri e da Dio.
Ecco il punto: il tempo di Avvento è il tempo dell’attenzione, per allenarci a una cosa fondamentale, l’ascolto: ascoltare Dio, gli altri, noi stessi. Prepararsi al Natale significa lasciarsi sorprendere, come i pastori che, pur essendo poveri, hanno saputo riconoscere la Gloria nella semplicità di una mangiatoia.
La tua vita è piena di suoni e voci: quali scegli di ascoltare?
Questo Avvento, lascia spazio al silenzio, perché nel silenzio puoi scoprire la musica di Dio. Se vuoi prepararti davvero al Natale, non cercare qualcosa di grande, cerca Qualcuno di vero.
don Domenico Bruno
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