Martedì 10 Dicembre 2024 – II settimana di Avvento
Mt 18,12-14
Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
*
Quante volte ci sentiamo persi come pecore smarrite che non trovano più la strada…
Non è forse vero che in quei momenti abbiamo voglia o bisogno che qualcuno ci venisse a cercare?
Gesù, nel Vangelo di oggi, ci racconta di un pastore che lascia le novantanove pecore per andare a trovare quella perduta. E lo fa senza esitazione.
Anche noi viviamo immersi in una realtà dove è facile perdersi, dimenticarsi dell’altro, concentrarsi solo su ciò che abbiamo o che vogliamo raggiungere. A volte preferiamo essere una delle novantanove pecore al sicuro piuttosto che correre il rischio di smarrirci. Ma siamo davvero “al sicuro”?
Anzitutto, ricordiamoci sempre che se non ci perdiamo non sapremo mai nemmeno ritrovarci, un pò come quando andiamo in una nuova città e sbagliamo strada, poi la ritroviamo ma abbiamo imparato la strada da fare e quella da evitare.
Sant’Agostino diceva: “Ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te.” Forse siamo inquieti perché cerchiamo qualcosa che non possiamo trovare da soli. Nel tempo di Avvento, il messaggio del pastore che cerca la pecora perduta è una chiamata chiara: Dio non si arrende con nessuno.
E tu, quante volte ti sei arreso con gli altri? A un amico che ti ha deluso? A un genitore che non ti capisce? Alla speranza di essere diverso?
Pensaci: il pastore non lascia le novantanove solo per amore dell’unica pecora smarrita, ma perché sa che la comunità non è completa senza di lei. Tutti siamo utili e preziosi per il Signore e per le realtà nelle quali ci inserisce anche quando ci sentiamo fuori posto. La visione del progetto più ampio ce l’ha Lui solo!
Allo stesso modo, la tua vita è più piena quando ti impegni a cercare chi si è allontanato, quando scegli di non rassegnarti alle distanze emotive o ai silenzi.
Avvento è il tempo di aspettare, ma anche di cercare. È il tempo di allenare lo sguardo, perché il Natale è Dio che ci trova e ci riporta a casa.
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e tu, sei pronto a vivere questo Natale non come un arrivo, ma come una partenza verso chi si è smarrito nella tua vita?
don Domenico Bruno
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