InstaVangelo del 14/9/2024

Gv 3,13-17

Gesù disse a Nicodèmo:

«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

*

Oggi festeggiamo l’esaltazione della Santa Croce. Potrebbe sembrare una festa macabra, un inno alla sofferenza e alla morte, invece è un modo per esaltare l’amore.

Non si tratta, infatti, di amare la sofferenza, ma di trovare la capacità di accettare di soffrire per amore di qualcuno. La croce cristiana non è un modo per accettare dolore e sofferenza perché la vita deve andare avanti! Ma accettare di amare fino all’estreme conseguenze, amare con tutto se stessi fino ad essere disposti a soffrire per chi o per ciò che si ama. È assurdo che diciamo “ti amo da morire” e poi di fronte alla sofferenza o alle difficoltà scappiamo e tutto quel presunto amore passi improvvisamente. “Ti amo da morire” significa che ti amo fino a dare tutta la mia vita per te, se ci fosse bisogno. Oggi la logica dell’egoismo e dell’individualismo ci stanno allontanando da questo amore totalizzante, facendo posto a un amore part time.

Gesù è salito sulla Croce per insegnarci proprio questo, cioè che per amore nostro è disposto a tutto, anche a morire: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.

La Croce, per i cristiani, è segno di un amore senza condizioni e totale per chi si ama. Spesso sentiamo la croce pesante perché non sentiamo che ci sia qualcuno per cui valga la pena soffrire quel peso. Ci dimentichiamo che Cristo ci ha amati e vorrebbe che ricambiassimo quell’amore senza riserve.

Quante volte chiediamo al Signore di toglierci la croce… questo dimostra la nostra poca fede, il nostro individualismo… proviamo invece a chiedere, a Colui che tutto può, di imparare a portare la croce perché in quel momento iniziamo ad assumere una somiglianza più profonda con Cristo.

Essere santi è faticoso, ma Gesù non ha mai detto che sarebbe stato facile, anzi dice: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).

  • E tu, come hai scelto di seguirlo?

don Domenico Bruno

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