Lc 6,39-42
Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
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Una regola importante per chi lavora in radio o tv è “parla solo di ciò che conosci, del resto taci”. È un vero e proprio comandamento (laico) che, come i comandamenti religiosi, se trasgredito porta a pesanti conseguenze, infatti, Dio ci dice cosa fare o cosa evitare per il nostro bene, affinché non ci troviamo in difficoltà.
Anche per chi deve parlare in pubblico è bene che si muova in un campo in cui sa farlo, di cui ha esperienza, altrimenti rischia l’imbarazzo di andare fuori strada e rovinarsi la reputazione risultando un millantatore. A pensarci bene conosciamo tante persone che spesso quando parlano diventano imbarazzanti e per salvarsi vaneggiano e magari inventano cose per cercare di recuperare la credibilità ormai persa.
Nel cammino di fede mi capita spesso di sentire persone che Dio non sanno nemmeno dove abiti e pretendono di fare la morale o di insegnare cose che la Scrittura non riporta e mettono in bocca a Gesù cose mai dette. Un uomo di fede sa riconoscere la Verità e sa smascherare coloro che attraverso la retorica cercano di ingannare l’ascoltatore. Un uomo di fede è illuminato dalla Parola di Dio, perché la pratica, la prega, la segue, la conosce, così nel momento in cui il tentatore cerca di trarlo in inganno l’uomo di fede sa riconoscere se quelle sono realmente parole del suo amato Dio o no.
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?». Il Signore ci mette tutti in guardia da coloro che sono ciechi, così da evitare che ci lasciamo guidare dai falsi profeti che ci portano a cadere nel fosso.
Insistente è, invece, l’invito a essere ben preparati come il maestro, affinché, conoscendolo, gli somigliamo. Da qui ne deriva la capacità di saper fidarsi delle persone misericordiose e non di quelle radicali e rigide, perché le prime hanno conosciuto Dio e gli somigliano, le seconde sanno fare bei discorsi su Dio, ma non ne hanno mai sperimentato l’amore.
don Domenico Bruno
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