InstaVangelo del 4/6/2024

Mc 12,13-17

Mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.

*

Di cosa noi possiamo dire “questo è di Dio” e “questo è di Cesare”? Spesso corriamo il rischio di attribuire tutto a noi uomini, come se Dio non esistesse. Questo risulta evidente soprattutto quando sfruttiamo e maltrattiamo il creato; quando non rispettiamo la libertà degli altri, ma anche la nostra stessa libertà.

Sarebbe bello se, sollevando lo sguardo dai nostri smartphone, osservassimo con maggior stupore e gratitudine ciò che ci circonda: l’immensità del cielo, la bellezza delle piante, dei fiori, degli animali. Dovremmo imparare a non dare tutto ciò per scontato ma, come san Francesco, a far sgorgare dal nostro cuore un canto di lode a Dio per averci circondato di così tante meraviglie. Solo uno sguardo libero e grato potrà farci riscoprire la nostra vera vocazione di custodi del creato, che non è nostro, ma è di Dio.

Sarebbe bello se ci impegnassimo ad amare e rispettare il nostro prossimo, nel quale intravediamo un riflesso del meraviglioso volto di Dio. A differenza di Caino, noi sappiamo che la nostra vera vocazione è quella di essere “fratelli tutti”, perché tutti siamo figli di Dio.

Sarebbe bello se riconoscessimo che anche la nostra stessa vita non è un diritto, ma è un dono gratuito di Dio, che ci chiama ad esprimergli tutta la nostra gratitudine. Può capitarci, a volte, di ascoltare o pronunciare frasi del tipo: “la vita è mia e decido io cosa farne”, che stridono con la nostra vocazione a dare gloria a Dio con le nostre azioni di ogni giorno.

Allora oggi prega così: aiutami, Signore, a riconoscere che ogni dono viene dalla tua immensa bontà. Fa’ che io sappia corrispondere al tuo amore, custodendo il creato, gli altri e la mia stessa vita. Amen.

Michele Pio Castagnaro

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