Gv 16,5-11
Disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
*
C’è una differenza nel leggere questo Vangelo in tempo di Quaresima, quando Gesù sta per morire, e nel leggerlo invece in tempo di Pasqua, quando Gesù è risorto.
Nel primo caso avvertiamo quasi un’angoscia, un apnea, un affanno nell’attesa che si compia la passione di Gesù e per cui i discepoli iniziano a capire che Gesù morirà e iniziano ad affliggersi a causa di questo dolore.
Nel secondo caso rileggiamo questo Vangelo alla luce della Pasqua, ossia della speranza di vita eterna che si realizza ed è gioia grande perché il Signore è stato di Parola!
Cosa c’è nel secondo momento che manca nel primo? Lo Spirito Santo. Mentre nel primo momento lo Spirito accompagnava e dava forza a Gesù mentre i discepoli iniziano a fuggire, dopo la risurrezione di Cristo lo Spirito viene donato ai suoi discepoli che diventano apostoli, testimoni gioiosi di un evento incredibile e indicibile. Infatti, non saranno le parole dei seguaci di Gesù a convincere e convertire, ma la gioia interiore di quell’amore che li motiva e li spinge ad agire. Attraverso lo stile di vita e il modo di amarsi, quei discepoli diventano testimoni credibili.
Era, dunque, un bene che il Signore andasse via, perché solo così ha potuto mandare lo Spirito Consolatore. Pensiamo a quante volte siamo costretti a vivere situazioni brutte dalle quali vorremmo scappare, senza sapere che attraverso quei momenti stiamo imparando ad accogliere la gioia che ne seguirà dopo.
Forse oggi Gesù vuole che impari a guardare al futuro da risorto, da testimone a cui è riservata una gioia grande promessa dal Signore… e per chiunque crede il Lui senza riserve ogni promessa sarà realizzata.
don Domenico Bruno
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