Gv 16,20-23a
Disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
*
«Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male». Queste sono le parole che Dio rivolge all’apostolo Paolo quando questi era all’opera annunciando e testimoniando la Parola di Dio.
Come sarebbe bello se ciascun cristiano sentisse sue queste parole e non si vergognasse di Dio, così come Dio non si vergogna di noi…
Molti cristiani ancora si vergognano di annunciare Dio per paura di essere derisi o cacciati: non è niente di nuovo rispetto a ciò che dovettero vivere i primi discepoli, ma se pensiamo che oggi noi viviamo in un contesto “fortunato” perché in qualche modo tollera le divergenze di pensiero, di fede e non facciamo tesoro di questo, allora fa riflettere che oggi, come allora, esistono paesi in cui è proibito annunciare Cristo, è proibito avere una fede diversa da quella imposta dallo Stato eppure c’è più coraggio e desiderio di rimanere uniti a Cristo e di annunciarlo.
Nel Vangelo di oggi, ancora una volta il Signore ci invita a non scoraggiarci e non concentrarci sui dolori, così come fa una partoriente che non si concentra sul dolore, ma sullo sforzo di dare presto alla luce quella creatura che ha in grembo e per la quale quel dolore materno è necessario, anzi vitale! Alla fine di quel dolore la creatura con il suo pianto inizia a respirare e quindi a vivere, e la madre con il suo pianto esprime la gioia di avercela fatta e di aver generato vita.
Annunciare Dio è così: sforzarsi affinché anche altri credendo in Dio possano avere la vita eterna attraverso l’annuncio ricevuto.
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don Domenico Bruno
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