Gv 3,14-21
Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
*
Come ti sentiresti se ti scoprissi odiato da tutti, o non considerato, non valorizzato, insomma non amato? Te lo dico io: ti sentiresti inutile, spento, come morto.
Tutti nasciamo da un atto di amore. Anche il solo riuscire a portare a termine una gravidanza in piena salute è un atto di amore. Tutti hanno bisogno di amore. L’amore crea, l’amore genera, l’amore fa sognare, l’amore fa resistere, ma soprattuto… l’amore illumina!
Una persona innamorata è raggiante. Ricordiamo gli amori adolescenziali, oppure appena ci innamoriamo di una persona che ci piace davvero tanto. Il nostro volto diventa più radioso.
Immagina, allora, cosa potrebbe essere se tutti fossimo raggianti al pensiero di essere amati da Dio in una maniera esagerata: tutti si convertirebbero! Invece, spesso, soprattutto noi cristiani assumiamo facce mortificate, diventiamo musoni, lamentosi, dubbiosi…
Tutte le scritture di questa Domenica parlano di gioia ed esortano a rallegrarsi e il motivo è la misericordia di Dio che si manifesta attraverso Gesù. Il salmo (Sal 136/137) ci invita a ricordare l’amore del Signore e a gioire; san Paolo ci ricorda che il peccato ci aveva fatto morire e Gesù ci ha riportati in vita per sempre (Ef 2,4-10).
La gioia è sapere che non è tutto finito. Questa Domenica la liturgia si colora di rosa, a ricordarci che la luce si sta facendo spazio in questo tempo apparentemente arido della Quaresima, dove tutto sembra perdere vita. Invece, tra poco la luce irromperà e darà nuova esistenza e significato alle cose e alla nostra vita.
Dobbiamo solo rimanere forti e continuare a concentrarci sulla luce, piuttosto che sulle tenebre.
I commenti della prossima settimana potrebbero subire delle variazioni.
Tuttavia ogni giorno sarà disponibile una riflessione. Ci scusiamo per il disagio.
Buona domenica…
don Domenico Bruno
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