Mc 7,31-37
Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
*
Gesù si allontana dalla folla con la persona che deve guarire. È un modo per comunicare il suo amore in modo intimo. Ogni miracolo è manifestazione particolare e intima che il Signore vuole consegnare a precise persone. Ma dobbiamo ricordarci che il miracolo è una delle manifestazioni d’amore di Dio, ma non l’unica.
L’amore di Dio è per tutti sì, ma anche per ciascuno singolarmente. A volte pensiamo che se non riceviamo il miracolo richiesto, il Signore non ci ami come ci hanno insegnato. Il miracolo ha bisogno di preghiera forte e costante, comunitaria e di profonda fede. Molte volte invece, è considerato come merce che richiediamo in cambio di preghiere, come se Dio avesse bisogno delle nostre richieste per operare. La preghiera è un atto di affidamento, per questo necessita di autentica fede e non superstizione o mentalità utilitaristica.
I gesti che Gesù compie per operare la guarigione del sordomuto sono esemplari per noi oggi. Il sordomuto è colui che è incapace di ascoltare e parlare, oppure caratteristica di chi soffre di ipoacusia è ascoltare poco e male e di conseguenza parlare male. Anche con la Parola di Dio ci capita questo: o non l’ascoltiamo o l’ascoltiamo male, quindi parliamo e ci comportiamo male, in modo lontano dall’insegnamento di Dio e in modo differente da come si dovrebbe comportare una persona che ama.
Gesù tocca le orecchie e con la sua saliva tocca la lingua dell’uomo. Cioè gli dice di ascoltare se vuole imparare a parlare, e per parlare bisogna sempre avere sulla bocca la Parola di Dio, che è parola di vita.
Quante volte le nostre parole sono vuote e riempiamo le nostre orecchie di discorsi vuoti e lontani da Dio…
- Oggi prega il Signore di aprire il tuo cuore e le tue orecchie all’ascolto profondo della sua Parola. Nella tua preghiera toccati orecchie e lingua e ripeti: “Effatà Signore”!
don Domenico Bruno
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