InstaVangelo del 19/2/2024

Mt 25,31-46

Gesù disse ai suoi discepoli:

«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.

Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.

Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.

E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

*

Diverse volte mi è capitato di sentire persone che si sono allontanate dalla fede perché si sentivano costrette, sentivano la religione imporre tante regole e vedevano Dio come un egemone che non lascia liberi.

Invece è l’esatto contrario! Dio è libero e per sua natura ci fa partecipare alla sua libertà. Da cosa ce ne accorgiamo? Paradossalmente dal fatto che Dio non lo vediamo, perché se fosse evidente non potremmo scegliere di crederci o no. In quel caso si sarebbe imposto. Inoltre, la religione umana ha messo regole morali ma sono tutte riconducibili all’unica regola che Dio ha dato affinché tutti fossimo davvero liberi: l’amore.

Amare, rispettare, essere giusti, ecc. sono tutte facce della stessa medaglia: tutti vorremmo essere rispettati, amati, tutti vorremmo che la giustizia ci tutelasse, ma purtroppo l’uomo non sempre aderisce all’amore perché si lascia prendere da impulsi di sopraffazione. In altri termini, lascia che la propria natura umana prenda il sopravvento su quella divina. È come se dimenticassimo di essere razionali e pensanti, e preferiamo reagire di pancia agli istinti. Come gli animali.

Da qui si capisce la pagina del Vangelo di oggi in cui Gesù parla di “buoni e cattivi”. In questi aggettivi, non c’è significato morale come inteso da noi oggi.

Quindi Dio non lo vediamo. Ma cosa ci spinge a scegliere se credergli, se servirlo o no? L’esperienza. Infatti, lo possiamo sperimentare nei volti dei fratelli e delle sorelle che abbiamo accanto e che Gesù menziona nel Vangelo. Molte volte questi volti non ci ricordano Dio, ma il loro brutto carattere, i loro errori, o anche la loro bellezza, i loro pregi, ma certamente non ci salta in mente di pensare che dietro ognuno di loro si nasconde Dio.

In questo tempo di Quaresima, fare esperienza di Dio significa avere il coraggio di prendere contatto con queste categorie di persone, perché Gesù dice apertamente: ogni volta che avrete fatto o non avrete fatto qualcosa a uno di questi miei fratelli lo avrete fatto o non lo avrete fatto a me.

Il Vangelo è chiaro: se vogliamo vedere Dio dobbiamo vederlo presente nell’altro che mi è accanto, che nonostante i suoi difetti è immagine e somiglianza di Dio Padre, e per questo è sempre amato.

Se vogliamo fare qualcosa per Dio, allora dobbiamo solo decidere di prendere sul serio le persone che abbiamo vicine, amarle, accoglierle come sono, perdonarle, fare qualcosa per loro. Il resto sono solo scuse.

don Domenico Bruno

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