Mc 1,1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
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Nell’inizio del Vangelo di Marco si racconta di Giovanni il Battista, il precursore di Cristo, colui che prepara alla conoscenza di Gesù, cioè a saperlo riconoscere.
Se Maria è colei che lo ha saputo riconoscere, il Battista è colui che ci insegna come si fa e ce lo spiega riprendendo le parole del profeta Isaia che nella prima lettura (Is 40,1-5.9-11) dice: preparate la via del Signore, raddrizzate i sentieri.
Isaia con molte immagini parla di appianare, cioè rendere piano, il cammino della vita: i monti si abbassino e si alzino le valli. Quasi a dire che nessuno si senta superiore o inferiore a qualcun altro, e se così fosse l’arrivo del Messia abbatterà queste differenze.
Giovanni per vivere in questa verità sceglie uno stile di vita austero ed essenziale: si veste con peli di cammello (il cuoi pellame non è altamente pregiato), mangia cavallette e miele selvatico (facilmente reperibili in natura). Ciò che Giovanni fa è non preoccuparsi delle cose del mondo, ma di concentrarsi su Colui che viene.
Se organizzassi la festa per un amico e mi concentrassi solo sul mio aspetto fisico o dei contorni della festa, ma non mi preoccupassi di invitare altre persone e preparare la cena, il festeggiato che idea potrà farsi di me? Probabilmente si sentirà a disagio, non si sentirà curato e la prossima volta mi eviterà.
Dio non ci evita se ci dimostriamo incapaci, ma vuole che non ci concentriamo solo su noi stessi. Isaia ci ricorda qual è lo scopo della nostra vita fino al momento che l’ospite verrà: radunare un gran numero di invitati per festeggiare tutti insieme. Dio vuole che tutti si sentano eredi di una promessa di gioia, di pace: “Consolate, consolate il mio popolo” dice, anzi ci ordina di gridarlo perché lo sentano tutti e tutti ne restino impressi.
Quando siamo felici facilmente alziamo la voce e gridiamo il nostro entusiasmo. Questo è ciò che il Signore si aspetta da noi: che non viviamo la fede in modo intimistico e privato, ma che coinvolgiamo quanti più figli possibili.
Dio ci vuole tutti alla sua festa.
- In questo tempo impegnati a coinvolgere qualcuno che senti lontano dalla fede e dall’amore. Donagli un momento di gioia vera.
don Domenico Bruno
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