InstaVangelo del 14/11/2023

Lc 17,7-10

Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

*

Quanto è difficile da accogliere questa parola di oggi!

Personalmente ho difficoltà ad accettarla, ma ci aiuta a mantenere pura la nostra fede e disinteressato il nostro ministero.

Un servo fa quello che gli dice il padrone e non si aspetta riverenze e riconoscimenti da lui.

Sembra brutta l’immagine del padrone e del servo, ma calandoci nel contesto storico possiamo comprenderne la bellezza e capire perché Gesù riporta proprio questa immagine.

Un servo era spesso schiavo che per avere salva la vita doveva mettersi al servizio di un padrone che gli garantiva lavoro, cibo e sussistenza. Il padrone si prendeva cura di tutto ciò di cui avesse bisogno il servo il quale non aveva nemmeno motivo di ringraziarlo perché faceva parte del patto che legava i due. Col tempo il padrone si affezionava al servo, specie se questo si dimostrava fedele e premuroso.

Il servo nel seguire gli ordini era tranquillo e sereno, perché stava svolgendo il suo dovere. La sua utilità era legata al servizio che gli era chiesto. Per rimanere in vita, il servo doveva avere necessariamente un padrone e i rapporti si interrompevano quando capitava che il padrone precedente lo “vendesse” ad un altro.

Anche se si instauravano relazioni affettive, al servo non importava altro che mantenere salva la sua vita e faceva con impegno tutto quello che gli era chiesto. Oggi questo non sarebbe assolutamente accettabile perché metterebbe in discussione la libertà e la dignità umana al pari di ogni essere vivente.

Cosa vuol dirci il Signore oggi? Di non pensare all’incarico che ci viene chiesto, di non attaccarci ai servizi che diventano col tempo esercizi di potere. Tante volte non vogliamo che ci venga chiesto di rinunciare a ciò di cui ci siamo occupati per tanto tempo e ci sentiamo un pò svuotati, come se perdessimo potere.

Ma l’unica cosa sulla quale concentrarci è avere salva la nostra vita, dopo aver svolto con fedeltà e impegno ciò che ci era stato richiesto. Obbedire a Dio significa anche avere l’umiltà di ammettere che non serviamo più, e lasciare spazio ad altri…

  • qual è il sevizio al quale non riesci proprio a rinunciare? Di cosa hai bisogno di liberarti per seguire meglio il Signore?

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