Lc 10,13-16
Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
*
Il paradiso sarà di chi vive il presente!
Credo che questa affermazione possa essere utile a tutti. Troppo spesso viviamo una fede disincarnata, cioè che non ha radici nel tempo in cui viviamo. Quindi siamo cristiani idealisti, fuori dal tempo, fuori dell’umanità, cioè non stiamo vivendo, ascoltando e affrontando le esigenze del presente perché, forse, ci fa paura o, forse, non ci sentiamo all’altezza. Così guardiamo al passato con nostalgia (quante volte abbiamo sentito o detto “si stava meglio prima!”), oppure guardiamo al futuro come tempo ideale in cui vi saranno cambiamenti.
Cosa succede in realtà? Succede che ci stiamo perdendo il tempo presente, unico momento in cui possiamo operare attivamente rispetto al passato che ormai non c’è più e non potrà più tornare, e rispetto al futuro che ha radici nell’oggi che viviamo.
Che significa per noi questo Vangelo?
Significa che Gesù ci sta esortando a non vivere con gli occhi chiusi sognando un tempo che non c’è, ma ad aprire occhi, e anche orecchie e cuore!, cercando di comprendere cosa vuole il presente da me.
Non abbiamo bisogno di un’aspirazione grandiosa per capire dove vogliamo andare, ci basta sapere che il compito di ogni cristiano è aiutare il prossimo a raggiungere la vita eterna. Ciò vuol dire che tutto quello che dobbiamo fare nel presente è vivere bene il bene e aiutare gli altri a fare altrettanto.
Il problema di Corazin e Betsaida è stato quello di aver perso il “qui e ora” proiettandosi in un tempo inesistente e dunque di non aver riconosciuto, invece, come il Signore stesse camminando accanto a loro nelle storia che stavano vivendo.
Credere significa valorizzare tutto quello che c’è ora. Il presente è l’unico tempo in cui abbiamo l’opportunità di essere protagonisti del cambiamento che vogliamo.
- come cristiano, in che modo stai vivendo il tuo presente? Con rimpianti, riserve, ideali oppure dandoti da fare per cambiare qualcosa che non va?
Ascolta l’audio qui sotto
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