Lc 12,8-12
Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
*
Chissà cosa pensiamo che sia la bestemmia.
Una probabile e sintetica etimologia porterebbe al significato di “lodare la bestia”, quindi “diffamare Dio”, insomma togliergli onore.
Ogni volta che non ci fidiamo di Dio, lo stiamo bestemmiando. Gesù è chiaro: parlare contro il Figlio comporterà comunque il perdono. Umanamente possiamo comprendere che non ci si fidi di una persona e non dimentichiamo che Gesù era umano. È bello pensare che a Dio ci possiamo rivolgere in modo colloquiale, anche dissentendo… ma sempre col dovuto rispetto!
Diverso è non fidarsi della sua opera e diffamare l’azione dello Spirito Santo volendosi sostituire ad esso. Pensiamo a quanti cristiani o uomini di Chiesa credono di poter raggirare l’opera dello Spirito perché magari non sanno attendere i suoi tempi. Ogni volta che non ci abbandoniamo al tempo e alla volontà del Padre che opera per mezzo dello Spirito, stiamo desiderando di sostituirci a Lui.
Ogni volta che forziamo la volontà divina stiamo bestemmiando, cioè stiamo facendo il gioco della Bestia, il tentatore, il diavolo che, ricordiamo, significa “divisore”: quindi ci stiamo dividendo da Dio e vogliamo prendere il controllo della vita (nostra e altrui!). Questo è il peccato originale che cerca sempre di riaffiorare: l’orgoglio che non permette l’umile atteggiamento di accogliere l’agire di Dio.
In questo dovremmo verificarci tutti, perché un conto è saper parlare del Signore, un conto è saper riconoscere e fidarsi della Sua presenza anche in contesti molto spiacevoli e lontani dalla nostra volontà.
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