Lc 12,1-7
Si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
*
Come si fa a non amare una persona che si prende cura di te?
Dio padre crea, Dio padre, come ogni padre che si rispetti, conosce nell’intimo il figlio, così come un programmatore informatico conosce i segreti del suo programma, ogni ingegnere conosce benissimo la sua costruzione. Ogni creatore conosce la sua creatura. Il rischio è che non sappiamo cosa significhi realmente “conoscere”.
La conoscenza non è solo sapere che esista qualcuno o qualcosa, ma è la relazione che abbiamo con quella persona o cosa. Quando abbiamo a cuore una persona, un animale, un hobby o anche una cosa, sappiamo quando è il momento di prendercene cura e di cosa ci sia realmente bisogno. Un amante delle piante sa riconoscere quando la pianta ha bisogno di acqua, così come un genitore sa riconoscere se il figlio abbia ancora fame, o un animalista si accorge quando l’animale ha bisogno di qualche assistenza, ecc.
A volte però ci concentriamo più sulle cose fuori da noi, anzichè aver cura delle cose che sono in noi. Ad esempio: se dico di aver fede, come me ne prendo cura? Se temo di morire, perché non mi prendo cura di Colui che potrebbe accogliermi nel momento del trapasso?
Nel Vangelo di oggi Gesù ci invita non solo a chiedere qualcosa a Dio padre, ma anche a stare con Lui, ad amarlo e curare la sua presenza in noi. Il Signore non ci abbandona ai nostri giorni, ma quotidianamente ci assiste, ci accompagna, ci manda l’aiuto di cui abbiamo bisogno.
Io mi sento sempre guidato da Colui che mi ha creato. Io mi sento figlio amato anche quando mi trovo in difficoltà e sembra che Dio si sia dimenticato di me, non perché sia Lui a non sentirmi, ma perché ci sono momenti in cui non riesco o mi rifiuto si ascoltarlo, proprio come fanno i figli coi genitori molto premurosi.
E Dio non merita per questo di essere amato, Lui che ha sempre cura di tutti?
- In che modo realizzi questo amore per il Padre celeste?
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