Denaro amaro e amore dolce (XXIX Domenica TO anno A)

Mt 22,15-21

I farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

*

Da quando sono prete ascolto cose strane rispetto alla fede. Una volta una signora mi chiese di pregare per il marito malato e mi diede 5€ chiedendomi scusa per non potermi dare di più. Molto imbarazzato dissi alla signora che la preghiera non si paga, l’unica cosa di cui c’è bisogno è il cuore. Così le respinsi i soldi e la invitai a pregare insieme per il marito.

Un’altra volta un buon vecchietto vedovo mi chiese di celebrare la messa per l’amata moglie defunta. A fine messa mi diede un’offerta importante. Cercai di respingere l’offerta, ma nella sua semplicità mi disse che senza offerta la messa non era valida. Lo aiutai a riflettere sull’amore di Dio che non vuole essere comprato e che la nostra preghiera doveva salire libera a Dio, mentre il denaro appesantisce. Lui capì, ma l’offerta volle lasciarmela lo stesso, però le sue motivazioni erano cambiate: quei soldi sono per le persone povere e per ciò che la parrocchia avrebbe potuto fare per loro e per le spese delle utenze.

Questa semplicità mi ha portato a riflettere su quante volte crediamo che le nostre preghiere debbano essere comprate, ma l’amore di Dio è gratis!! Spesso ci troviamo di fronte a situazioni in cui la Chiesa, che vive nel tempo, si confonda e si conformi al modo di fare di questo mondo: incarichi, mentalità mercantile, potere… non sono cose di Dio. Il Signore ci chiede di lasciare a Cesare (cioè al tempo, agli uomini) le cose terrestri e dare a Dio ciò che è di Dio: l’amore.

Dio crea per amore e dona amore. L’unica cosa che chiede in cambio è l’amore. Se noi che ci diciamo cristiani non riusciamo a fare questo, vuol dire che abbiamo ancora bisogno di conversione. Se non riesco a perdonare, se non riesco a essere gratuito in quello che faccio, se esercito il mio incarico parrocchiale per avere un tornaconto, se esercito il servizio che mi è stato affidato come fosse un potere che svolgo senza carità e che mi fa sentire superiore, allora devo chiedere al Signore di liberarmi da questo inganno mondano.

Il denaro è amaro, l’amore addolcisce il cuore e lo rende simile a Dio.

  • e tu da cosa hai bisogno di liberarti?

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