InstaVangelo del 12/6/2023

Mt 5,1-12a

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

*

Cosa ti manca per essere felice?

Spesso beatitudine è fraintesa con felicità. Si avvicina, sì, ma sarebbe riduttivo limitarsi al concetto di felicità. Quanto meno non bisogna fermarsi al senso terrestre. 

La felicità è lo stato d’animo di chi prova piena soddisfazione per aver raggiunto i propri desideri. Qui andrebbe specificata la differenza tra piacere e felicità, ma oggi ci concentriamo a scoprire il significato di felicità divina, quella che viene da Dio, anzi quella che troviamo in Dio.

In questo caso più che di felicità, dovremmo parlare di gioia. Infatti, la felicità è passeggera, mentre la gioia è uno stato d’animo duraturo perché la sua causa non risiede totalmente in noi, non deriva dalla ricerca del soddisfacimento di un nostro bisogno personale, bensì dal godimento che proviamo a vivere una situazione che, quand’anche essa finisse, gli effetti continuano.

Pensiamo all’incontro che vorremmo avere con una persona le cui probabilità sembrano quasi pari a zero. All’improvviso quella persona ce la troviamo davanti e abbiamo la possibilità di trascorrerci del tempo insieme… al termine dell’incontro quella persona va via, ma la gioia che ha prodotto in noi continua nel tempo. La prova è che iniziamo a desiderare di contagiare chiunque incontriamo per quella situazione, anzi, per quella gioia vissuta.

La gioia in Dio è possibile viverla se abbiamo il coraggio di fare l’unica azione che compie Gesù in questo Vangelo: si pose a sedere… e si mise a parlare. 

Sperimentare la gioia richiede tempo, costanza… e in un mondo che va sempre più veloce ci accontentiamo di brevi felicità passeggere che però ci tolgono più energie e quando passano ci lasciano il cuore un pò più triste di prima e sempre più desideroso di altro. Ti sei mai chiesto cos’è questo Altro?

  • Riesci a sederti con il Signore e chiacchierare con Lui? 
  • Riesci a prendere la Sacra Scrittura e avvertire ciò che ha da dirti? Hai un confronto con una figura spirituale?
  • Dove cerchi la tua gioia? Sei sicuro che non cerchi felicità passeggere? 

Ascolta l’audio qui sotto

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