Gv 17,1-11a
Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».
*
Tu non sai chi sono io!
Quante volte ci sarà capitato di fare o sentir fare questa esclamazione alla quale sono seguite parole di esaltazione o di innalzamento delle proprie conoscenze, parentele, o dei ruoli sociali, degli incarichi lavorativi ecc.
Spesso amiamo fregiarci di titoli, onorificenze, riconoscimenti, ecc… perché cerchiamo la gloria personale, quella che il mondo non ci riconosce la affermiamo con tutte le nostre forze pur di gridare al mondo che io valgo, io sono qualcuno! Questo bisogno è giusto, meritiamo tutti di essere riconosciuti per il nostro valore, ma nessuno può sentirsi perciò in dovere di screditare altri.
Il famoso “marchese del grillo” affermava la sua superiorità screditando gli altri in modo colorito. È la rappresentazione della nostra società, anzi, di una società sempre più lontana dalla propria identità cristiana. Infatti, tu puoi essere anche il Presidente o il Re del più potente Stato del mondo, ma io battezzato sono sempre figlio di Dio. La nostra gloria deriva dal rapporto che sapremo mantenere con Lui.
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