InstaVangelo del 3/12/2022

Mt 9-10

Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

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Ti sei mai chiesto perché Gesù è amato, o quanto meno ammirato, da tutti, anche dai non credenti?

Perché Gesù è quella persona che tutti vorremmo accanto, una persona capace di sentire compassione, cioè sa cum (insieme) patire (soffrire). Gesù si carica del dolore altrui e lo porta insieme in modo che tu lo avverta più leggero. 

Aprirsi a Cristo significa questo: lasciare che sia lui ad accogliere te con tutti i tuoi limiti e i tuoi dolori, perché lui di dolori ne sa qualcosa (morali, fisici) e nonostante tutto continua a scommettere su di noi e chi si affida a lui sentirà davvero che c’è qualcuno che lo può comprendere, sostenere, alleviare dal suo dolore.

Avere fede in Gesù, allora, significa imparare da lui l’atteggiamento di chi non giudica i difetti altrui, ma ne comprende le motivazioni, sente dolore per i limiti che l’altro non riesce a comprendere o superare, ma gli resta a fianco, fiducioso che quel figlio nel suo piccolo può portare qualcosa di buono.

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