Lc 4,21-30
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
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Quanto è duro dire la verità e ancora più duro è accettarla.
Se ti prepari a stare dalla parte della verità, preparati ad essere rifiutato.
Le scienze umane oggi ci insegnano che ci sono molti modi per dire una verità in modo meno doloroso. Il vero problema è il motivo che spinge a dire una verità in una certa maniera. Siamo sicuri che la veemenza possa essere l’unica strada? Ognuno esprime ciò che ha nel cuore con i modi che più lo rappresentano.
Sarebbe bello che ognuno si sforzasse a comprendere le reali intenzioni di chi comunica una verità. Purtroppo ciò che si dice è avvertito a seconda di quello che ha nel cuore chi ascolta. Gesù non viene rifiutato per i modi né per le sue intenzioni, ma per la verità che annuncia, poiché stava iniziando a svelare la sua vera identità per lasciare spazio a Dio.
Anche oggi viviamo questo: ogni volta che cerchiamo di fare spazio a Dio avvertiamo delle difficoltà (a lavoro, a casa, tra amici…) che fanno nascere il desiderio di gettare la spugna.
Ma Gesù ci insegna un atteggiamento: passare oltre, continuare per la propria strada, quella indicata dal Signore. Infatti se la via è quella di Dio sarà lui stesso a far proseguire l’opera iniziata. Ecco perché Gesù anche se viene spinto sul ciglio non cade giù.
Non desiderare di essere accolto da tutti perché non succederà mai. Preoccupati di essere accolto da Dio e impegnati già da ora per questo.
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