Gesù ascende, cioè sale al cielo. La sua salita è necessaria, perché indica due cose: anzitutto deve mandarci il suo Spirito e poi ci avvia al compito che ci ha dato.
Mi piace pensare che Gesù torni in cielo dal Padre perché vuole farci piovere la forza dello Spirito Santo, come quando siamo sotto la doccia e l’acqua ci cade addosso e ci sentiamo rinvigoriti. Però ci cade addosso perché noi lo abbiamo voluto, perché noi abbiamo aperto il rubinetto e la doccia si trova in alto. Così lo Spirito scende su di noi e ci rigenera se apriamo il cuore a Dio attraverso la nostra preghiera rivolta a Gesù.
Infine, è bello riflettere su come Gesù si sia fidato di noi: ci ha lasciato il mondo e il Vangelo da custodire e aiutare a crescere. Gesù si fida così tanto da lasciare a noi cristiani ciò che ha di più prezioso: gli uomini e la Parola creatrice. Gli uomini perché si convertano attraverso il nostro esempio di fede, e la Parola perché ci ricordi la volontà del Padre e attraverso di essa aiutare le sue creature a tornare a Lui, a compiere la scalata, l’ascesa, verso il cielo, cioè la santità. Ovvero conformarci all’immagine di Dio.
Noi battezzati riceviamo la missione di annunciare come l’amore di Dio si sia concretizzato nella nostra vita, affinché tutti siano attratti da Lui.
La missione del cristiano è solo quella di annunciare. Gesù non chiede di ricoprire ruoli di “potere” o di fare grandi opere caritative e sociali; non chiede di diventare tutti psicologi, tuttologi, problem solving ecc., ma semplicemente: annunciare. Il Vangelo. La bella notizia che il Padre ti ama. E come te lo ha dimostrato.
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