I Giudei erano ferrei sulla Legge perché non avevano il dono dello Spirito. Seguire precisamente la Legge significava non sbagliare.
Oggi non è pensabile che un cristiano sia chiuso mentalmente da dire: “nella Bibbia c’è scritto, la Bibbia non vuole!”.
Gesù è venuto a portare a compimento le Scritture e lo fa con la Sua parola: il Vangelo. Oltre a insegnarci come si ama, ci ricorda che lo Spirito Santo è il dono che Lui ci manda. Questo dono permette a noi di interpretare ciò che quella Parola significa oggi e ci rallegra perché in questo modo risponde alle nostre necessità restando nell’insegnamento di Gesù.
Nella liturgia di oggi sentiamo che gli apostoli riescono a farsi comprendere (cfr. At 2,1-11), Paolo esorta a sentirsi liberi dagli ingabbiamenti della Scrittura (cfr. Gal 5,16-25).
È Dio che opera in chi si lascia guidare e non pretende di forzare la Sua volontà.
Dio libera! E il dono dello Spirito Santo libera il cuore da ciò che è male, libera la mente dai pensieri che affliggono e da quelli che possono rovinare la immagine di figli di Dio. Lo Spirito ci rende liberi di esprimerci perché attraverso i suoi doni permette agli uomini di non essere superficiali e di vivere pienamente.
Chi si lascia guidare dallo Spirito è libero, ha le forze necessarie per vivere in grande, per raggiungere il Cielo… ma con le ali giuste, quelle che ci dà il Signore: le ali della vita. Perché il Cielo si conquista stando in vita.
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