I discepoli erano inquieti perché la persona nella quale avevano riposto le loro speranze era morta. Sentivano come se colui per il quale avevano “perso” tre anni della loro vita li avesse delusi. Non riuscivano a trovare pace; ma proprio quando stavano per rassegnarsi sopraggiungeva qualcuno che diceva di aver visto Gesù risorto. Punto e daccapo: tormento, sgomento, risentimento…
Poi mentre tutti erano radunati un uomo disse loro: “Pace a voi”: a quel punto i loro cuori si rallegrarono e le inquietudini sparirono… Davvero la pace era con loro! Ciascuno stava sperimentando una gioia indicibile.
In quel momento Tommaso non era presente e quando gli fu raccontato l’episodio non riusciva a credere: aveva bisogno di spiegare questo fenomeno, altrimenti non avrebbe avuto pace. Così, mentre era con gli altri e le porte erano chiuse, «Gesù stette in mezzo».
E di nuovo disse: “Pace a voi”. Tommaso sentì. Gesù gli concesse anche di toccare le piaghe della croce. Sembrava tutto un sogno, ma Tommaso era felice. La felicità di un sogno svanisce subito, mentre quella gioia che Tommaso aveva “toccato” era forte e continua.
Gesù non entra dalla porta, ma sta già. Quando Tommaso tocca le piaghe di Gesù in realtà gli consegna le sue paure e le sue incredulità. Gesù trasforma quelle inquietudini in gioia.
Voler toccare le piaghe di Gesù significa sperimentare con lui le sofferenze atroci della croce, ma con la certezza che anche in quelle è presente la volontà del Padre suo, pronto a donarci una gioia inspiegabile e inattesa.
Fidarsi di Gesù non significa essere remissivi o lassisti, bensì ricordarsi che noi possiamo fare tutto, ma non ci sentiremo mai soddisfatti senza la pace nel cuore. E l’unico a poterci donare la pace è Cristo, il risorto, che ci ricorda che soltanto lui può risolvere l’irrisolvibile. Anche quando sembra non ascoltare la nostra preghiera…
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