La regalità di Gesù è diversa dal modo di regnare dei potenti della terra. Le letture di questo giorno ci confermano più volte che Dio sottomette tutto a Gesù il quale cerca di tenere con sé coloro che gli sono stati affidati (cfr Ez 34,11-12.15-17) e poi, dice Paolo, alla fine dei tempi consegnerà tutto al Padre (cfr 1Cor 15,20-26.28) e lui stesso si rimetterà nelle mani del Padre suo.
Il regno Dio, cioè imploderà, tornerà all’unica essenza. Questo significa che se la creazione è esplosione, dilagazione del Regno di Dio e sua manifestazione, con Gesù Cristo, e fino alla fine dei tempi, è in continua dilatazione. Quindi alla fine dei tempi il Re non esploderà per mostrarsi, anzi, riassumerà tutto fino a tornare all’essenziale, perché tutto ciò che c’era da vedere di Dio lo avremo già conosciuto.
Gesù è un re che non vuole sottomettere per tenere lontano da sé, non ritiene che siamo diversi da lui, anzi, vuole tenerci con sé. Il suo modo di regnare è del tutto differente dal nostro: mentre i governanti della terra si preoccupano di dare ai sudditi il necessario per vivere e per non essere infastiditi, Gesù si preoccupa invece che tutto il suo gregge, i giusti (cfr Mt 25,31-46), si raduni nel regno di Dio e condivida tutto ciò che a Dio appartiene.
Il gregge può essere di pecore che si fidano e seguono il pastore o di capre che vagano senza orientamento e rifiutano una guida. Tu cosa vuoi essere?
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