Che il male sia più evidente del bene è noto a tutti. “Fa più rumore un albero che cade anzichè una foresta che cresce”.
Così il bene che c’è nel mondo viene dimenticato dalle tragedie e dalle cattiverie umane. Spesso si sente dire: ma perché Dio non fa piazza pulita di tutto il marcio che c’è nel mondo? Oppure: se fossi Dio aprirei una voragine e inghiottirei tutto il male e i malvagi.
Sarebbe un Dio vendicativo, troppo umano e per niente amante della sua stessa creazione. Uno che distrugge ciò che ha creato è un essere abominevole. Invece, chi crea ama anche le imperfezioni della sua creazione e lascia che queste vivano insieme. Come racconta Gesù nella parabola del grano e della zizzania (Mt 13,24-43).
Sarebbe troppo sbrigativo Dio nel distruggere ciò che non gli piace. Non sarebbe certamente un Dio educativo, sarebbe un Dio che vizia gli uomini e non permette loro di crescere e imparare a essere migliori.
Paradossalmente, chi presume di togliere il male non sta amando, ma sta agendo secondo un istinto che a null’altro serve se non all’amor proprio: tolgo il male da quella persona perché sto male a vederla soffrire. In realtà non lo fai per lei, lo fai per te stesso!
La logica di Dio è un’altra: non ti tolgo il male, ma ti sono accanto, ti do la forza per superare insieme il male, così ne esci più forte.
Questo significa essere lievito: il lievito fa crescere, rende soffice, bella la vita. Una vita felice è una vita che sa combattere per conquistarsi la gioia. Una persona libera è una persona che attraversa i sentieri tortuosi per arrivare alla destinazione desiderata.
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