Gesù trasforma in gioia (II DOM. PAS. A)

Tutti vorremmo vedere Gesù. Anche chi non crede dice che se vedesse Gesù in carne e ossa crederebbe. Personalmente non ci credo, perché la stessa cosa è capitata a Tommaso e per arrivare a credere ha dovuto pure toccare le piaghe di Gesù. Quindi ogni volta che il Signore ci dà una prova per credere noi non ci accontentiamo, ne vogliamo un’altra.

Gesù, per far credere a Tommaso, gli fa mettere la mano nelle sue ferite, quasi a dire: se vuoi credere devi toccare con me la sofferenza. Ma il Signore non vuole che soffriamo, infatti come quelle piaghe sono state trasformate dalla risurrezione, anche la sofferenza è trasformata. Le prove che ci vengono mandate da affrontare, non sono per il dolore, ma per la gioia: se non conosci ciò che fa male, non potrai capire cos’è il bene, se non conosci la sofferenza non potrai mai trasformare la vita in gioia.

Si dice che Einstein affermò che il buio non esiste, ma è solo una mancanza di luce. Nel momento in cui farai esperienza del buio potrai comprendere e scegliere la bellezza della luce. Ma parafrasando Gesù in questo Vangelo possiamo dire: beato colui che saprà apprezzare la luce anche senza doverne sperimentare la mancanza, perché quando si troverà al buio, non avrà paura.

  • E tu, cosa aspetti per credere?

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