La fede è come la chitarra (XVI TO C)

Ricordo che da adolescente volevo imparare a suonare la chitarra e appena regalata la presi e non sapevo da dove iniziare…

Marta invita Gesù ad entrare in casa. Il Signore si ritrova presto a parlare da solo con la sorella Maria, mentre Marta fa cose che crede utili per far sentire a proprio agio l’ospite.

Mi ricordo che quando venivano ospiti a casa dei miei genitori, perché avevano piacere a stare con la mia famiglia, alla fine si ritrovavano a parlare solo con mio padre, perché mia madre e noi figli dovevamo rendere impeccabile il servizio di accoglienza, quindi dovevamo servire a tavola, aiutare mamma a preparare affinché l’ospite non attendesse molto per mangiare, ecc.

Puntualmente l’ospite ci diceva: “ma state tranquilli, sedetevi!”.

Siamo così anche col Signore: crediamo che per ingraziarcelo, per dimostrargli che ci teniamo a Lui, dobbiamo fare cose, e che più le cose saranno sontuose e più significherà che ci teniamo e che Lui si sentirà onorato.

Ma siamo sicuri che tutto ciò che facciamo gli/ci sia utile? Molto spesso all’ospite non serve tutto quello che facciamo, perché in realtà stiamo mettendo al centro solo noi stessi per sentirci (dire) bravi. Come facciamo per sapere di cosa ha davvero bisogno il Signore? Come si fa per capire di cosa ha bisogno l’ospite che vuol stare con noi?

Ascoltandolo!

La chitarra s’impara a maneggiare dopo che qualcuno ti ha detto come e dove mettere le mani. Ma se tu non ascolti quello che ha da dirti, non imparerai mai a fare gli accordi.

Il fare è il risultato del sentire. Se non sento quello che l’altro ha dentro, non potrò mai agire nel giusto modo. Così rischierò di affannarmi inutilmente e magari di prendermi un rimprovero. Ascoltando una persona posso capire se ha bisogno di mangiare, di affetto, di sfogo, di denaro, di semplice compagnia, di pregare, ecc.

Non esiste solo un bisogno materiale, ce ne sono infiniti altri che non ci preoccupiamo mai di captare. Solo ascoltando possiamo capire.

Così, quando volevo imparare la chitarra ho capito subito che non potevo suonare canzoni che non conoscevo, perché se non ascoltavo il ritmo e non lo facevo mio, non avrei mai saputo riprodurlo, avrei strimpellato qualcosa di simile, ma non sarebbe stata la canzone richiesta…

Il fare, nasce dall’ascolto.

  • Perché faccio quello che faccio?
  • Questa settimana trascorrerò più tempo possibile ad ascoltare le persone restando in silenzio.

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