Gesù cerca persone che sappiano toccare il cuore. Non in senso sentimentale e smielato, ma in senso pratico.
Toccare il cuore significa saperlo far battere non con le emozioni delle parole, ma con la praticità di chi opera. Un’operaio può operare senza intenzione e ciò che fa lo fa male, oppure ci può mettere passione e il suo operato sarà memorabile e profondo perché non ha agito solo per dovere, ma ha amato mentre faceva il suo dovere. È così che si presenta Gesù oggi: attraverso coloro che generosamente e amorevolmente si mettono a disposizione.
Il Signore cerca operai che facciano battere il cuore: molto spesso vediamo preti burberi e disinteressati che anziché farci sperimentare la bellezza della fede ce ne fanno sperimentare la pesantezza, ma vediamo anche cristiani musoni, polemici, o che non credono veramente, o che non sanno chi è Gesù. Come possono questi dare una bella testimonianza della fede?
Non basta dirsi cristiani, ma bisogna vivere il cristianesimo!
Il cuore è fonte della vita, così come i granai sono fonte di vita, perché donano il frutto utile per il nutrimento e la sussistenza dell’uomo. Ma se nessuno se ne prende cura, il grano va sciupato e non potrà essere più impiegato per cibare e far vivere gli uomini.
Così i cuori: se non vengono coltivati e riempiti di Eternità, non potranno mai crescere come cuori nobili capaci di amare e di fare amare…
Gesù vuole darci la vita eterna, ma la vita è un campo che va coltivato con l’amore vivificante e con lo Spirito divinizzante.
- Io come ho deciso di aiutare il Signore nella sua messe?
- Questa settimana donerò mezz’ora del mio tempo a chi ha bisogno di credere nella vita (un anziano, un malato, un persona in difficoltà…)
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