Che differenza c’è tra un cristiano e uno che non lo è?
Basta leggere il Vangelo (Gv 13,31-35): «se avete amore gli uni per gli altri» dice Gesù.
Fin qui tutto facile. Qualcuno potrebbe pensare che basta rispettarsi e siamo ottimi cristiani. Però il Signore aggiunge: amatevi «come io ho amato voi».
Non basta quindi solo amarsi, ma amarsi al modo in cui Gesù ha amato noi, cioè donandoci fino in fondo, senza risparmiarci, senza fare differenze di persone simpatiche e meno simpatiche…
Se imitiamo Gesù nel suo amore, come si imitano le persone che prendiamo a modello della nostra vita, allora non ci sarà nemmeno bisogno di dire che siamo cristiani, perché si vedrà. Infatti Gesù conclude: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli».
È bella l’idea di poter essere una fotografia vivente di Gesù, non per come vestiamo, non per come preghiamo, non perché andiamo in giro dicendo che siamo cristiani… Non basta infatti andare a messa, non basta essere battezzati, non basta mettere tante monete nel cestino dei poveri fuori al supermercato, non basta nemmeno fare tante preghiere o accendere ceri ai santi per dirsi cristiani…
Cristiani dobbiamo esserlo, non farlo, e saremo cristiani se sapremo essere sua immagine, sua fotografia vivente, se ci ameremo gli uni gli altri come Lui ci ha amati!
- Quante riserve ha il mio amore/rispetto per gli altri?
- Mi impegno a fare li primo passo con qualcuno con cui non mi parlo o non c’è buona stima…
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