Che sapore ha la felicità? (III Avv C)

In questa domenica Gaudete, ovvero della gioia, il Signore ci invita a rallegrarci, perché il tempo della nascita di Colui che può farci sentire amati, è ormai vicino.

Anche la folla nel Vangelo (Lc 3,10-18) chiede al Battista «Che cosa dobbiamo fare» per prepararci a questo evento per sentirci autenticamente gioiosi? Giovanni risponde di abbandonare le cose superflue che non permettono di sentirci liberi, leggeri…

Infatti siamo disposti a pagare cifre esorbitanti per provare un’ebbrezza momentanea. Siamo molto legati alle cose materiali, illusi che siano esse a riempirci la vita e a farci sentire felici. In verità è una gioia effimera perché ottenuto ciò che vogliamo, poi ne desideriamo altro…

Paolo svela la ricetta della felicità: se volete essere davvero felici, rallegratevi nel Signore (cf Fil 4,4-7). E conclude avvertendo come la pace che il Signore dà a chiunque crede in Lui è una pace che «supera ogni intelligenza», cioè non tutti potranno mai capire, perché son pochi quelli che hanno il coraggio di lanciarsi in Dio. Gli altri cercano gioie solo con la ragione… E quando la testa un giorno li abbandonerà?

Più condividi la tua gioia e più ne ricevi. Più condividi quello che hai e più amici avrai con i quali condividere la tua gioia. È la logica con la quale Dio ha creato gli uomini e il motivo per cui ha deciso di uscire dalla sua comoda divinità per condividere con noi la condizione umana.

d. Domenico

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