Quando c’è il Signore, la vita è tutta una Pasqua, una grande gioia. Però coloro che sono attratti da Gesù gli chiedono sempre “cosa devono fare” per fare la volontà del Padre.
Fare la volontà del Padre rende certamente felici, ma prima o poi stanca perché ciò che si fa non convince pienamente. Questo accade quando si asseconda qualcuno senza coglierne il motivo profondo. Invece, vivere la volontà del Padre significa entra in comunione con Lui, partecipare della sua gioia, della sua luce e divenire luce che illumina altri affinché quella luce entri nelle persone che si incontrano e queste, contagiate da questa luminosità, iniziano a illuminare altri e altri ancora… È l’amore che entra in circolo virtuoso.
È come dire: faccio l’innamorato oppure sono innamorato: nel primo caso devo dimostrare, devo far vedere, devo sforzarmi con gesti e parole d’amore, e spesso si avverte l’inautenticità; nel secondo caso non ho bisogno di dimostrare nulla, perché ciò che vivo si palesa da solo e la gente intorno a me vede una luce particolare che mi illumina.
“Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato»” (Gv 6,28-29).
Gesù non vuole che facciamo, ma che semplicemente crediamo e chi crede è convinto di qualcosa al punto che essa prende vita nella sua vita, conforma il suo pensiero al pensiero di Dio, trasforma in parole proprie la Parola e non desidera splendere di luce propria, perché sa che il suo splendore viene da Chi splende più forte di lui…
- Non sempre sono stato vicino al Signore: cosa mi ha avvicinato a Lui?
- Perché ho scelto di rimanere con Dio, di pregare, di andare a messa…?
- La mia vita si sta modellando al Vangelo o trova ancora difficoltà?
- Quali sono le difficoltà che non mi permettono di aderire a Cristo?
d. Domenico