Sempre di fretta. Tutti corrono. Non c’è mai tempo. Sempre ansia.
Anche Maria di Magdala e poi i discepoli si agitano, camminano con passo svelto, tornano a casa, allarmano tutti, uno corre più veloce dell’altro… poi arrivano al sepolcro vuoto e si bloccano! (cfr. Gv 20,1-9)
Il tutto succede quando è ancora buio, mancano poche ore al giorno, manca ancora il completamento della notte che permette di gettare luce per vedere bene. È tutto buio, dentro e fuori… L’uomo ha difficoltà a comprendere l’opera divina. È sempre così! E iniziano le ansie, perché ciascuno crede in se stesso, piuttosto che confidare in Dio.
L’ansia d’amore per Gesù muove tutti e ci fa credere che Lui abbia bisogno degli uomini per salvarsi: donne e uomini che preoccupati cercano nel buio la luce, cercano nella morte la vita. Anche oggi cerchiamo qualcosa, qualcuno che riempia la nostra vita, ma spesso lo cerchiamo nel luogo sbagliato, proprio come Maria e i discepoli.
Il sepolcro è vuoto, Dio ha fatto rotolare via i pesi del peccato che ostacolano il Signore, la Vita ha ribaltato la morte. In fondo, come poteva il “Dio della vita” accettare che il Figlio dell’uomo restasse morto? Come poteva il Signore creare gli uomini per amarli e avere compagnia senza dar loro la possibilità di tornare a vivere?
Gesù lo aveva promesso: dopo tre giorni ricostruirò questo tempio… ma «non avevano ancora compreso la Scrittura» (Gv 20,9). Ma per Dio ogni promessa è debito!
- Cos’è per me la risurrezione?
- Dove/come sto cercando il Signore?
d. Domenico