«Mi fido di te.
Io mi fido di te.
Ehi mi fido di te.
Cosa sei disposto a perdere?»
Una canzone sempre verde, come tutte quelle di Jovanotti… Sempre verde perchè dice una grande verità, come quella di questo Vangelo (Mt 10,37-42).
La sequela è esigente. Non basta dire di essere cristiani, bisogna esserlo! Non basta dire che ci si fida di Dio, bisogna dimostrarlo! E il banco di prova è in queste provocazioni che lancia Gesù:
1) “Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me”. Gesù non sta contravvenendo al IV comandamento, Gesù invita ad amare la famiglia, ma a non annullarsi per essa dimenticando la centralità cristiana. Non c’è famiglia se non c’è Cristo. Non c’è Cristo se concentriamo la nostra attenzione solo sui rapporti personali o sulle cose materiali. In altri termini Gesù sta chiedendo:
- Chi/cosa ami più di Dio?
2) “Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me”. Prendere la croce non significa cercarsela o votarsi al martirio, ma accettare la volontà di Dio e le prove che Lui vorrà darci per testare la fede. E molto spesso cadiamo e la prima cosa che facciamo è ribellarci a Lui. Mi chiedo:
- Quante/quali volte mi ribello a Dio? Come? Perchè?
3) “Chi perde la propria vita a causa mia, la troverà”. Non è un’istigazione al terrorismo estremista, né al suicidio. Il senso è ben più profondo: chi saprà rinunciare a se stesso per lasciare spazio e tempo a Dio nella propria vita, troverà quella pace e quella serenità di vita che tutti cercano e che pochi trovano.
- Quanto tempo dedico a Dio? Come mi spendo per Lui? Che posto ha nella mia vita?
Quella della fede è una questione di fiducia: se mi fido so compiere rinunce e so abbandonarmi all’altro.
- Cosa sono disposto a perdere/rinunciare per Dio?
d. Domenico