Uno dei personaggi più significativi della Passione di Gesù è Giuda. Analizzandoli tutti ci ritroveremmo in ciascuno, ma Giuda mostra come la mentalità di quel tempo sia rimasta la stessa di oggi (in cui ci diciamo “più civili”).
Giuda prova sdegno quando vede Maria sprecare tutto quel profumo per i piedi di Gesù… egli avrebbe preferito venderlo, ne avrebbe ottenuto un buon guadagno. Giuda non sa dare gratuitamente, non sa cosa significhi amare, spendersi per amore.
Giuda è colui che quantifica tutto, mette il prezzo a ogni cosa, perchè la sua logica di guadagno prevale su tutto. Egli fa finta di sprecarsi per Gesù e lo tradisce perchè si sente “tradito” dal Signore: non si sente capito da Lui. Vede che Gesù conduce una vita a perdere. Giuda, invece, non vuole perdere e per questo dà un prezzo a Gesù: almeno dalla sua morte può guadagnarci qualcosa!
Quante volte ci capita di non voler accettare di fare qualcosa per gli altri se non ce ne torna indietro un bene. Quante volte abbiamo evitato la carità per non abbassare la testa, non abbiamo rinunciato all’orgoglio per esercitare l’umiltà, non abbiamo messo da parte l’io per fare spazio a Dio…
È proprio questa mentalità ad aver ucciso Gesù in quel tempo e a farcelo uccidere tutt’oggi! Ma il Signore non demorde: deve portare a termine il suo progetto per noi:
E forse qualche Dio non ha finito con noi
L’amore conta
Dio non smette di amare, non blocca la sua opera salvifica, non rinuncia a proporci una gioia più grande a costo di sacrifici inumani! In fondo l’amore di un genitore per i figli è un amore a perdere.
Per Dio “l’amore conta”! E lo spreca per tutti, affinché ciascuno si senta accolto e amato. Dio sa che non ci può acquistare, sa che l’amore non si compra! Ecco perchè ci lascia liberi… liberi di credere, liberi di amarlo!
Per Dio “l’amore conta”, la nostra vita conta e conta in modo smisurato! L’unico prezzo per la nostra vita è la sua stessa vita!
Quando Giuda capisce che la logica di Cristo è vincente, decide di farla finita… ma ancora una volta sta pensando al suo “bene”, sta pensando ancora una volta a se stesso!
Finché non comprendiamo che la misura della nostra vita è Gesù, allora dobbiamo ancora camminare molto! L’amore se quantificato, viene recintato, soffocato, falsato! L’aveva capito bene sant’Agostino quando affermò che “l’unica misura dell’amore è amare senza misura”.
- Come amo? Quanto amo?
- Quanto e cosa calcolo prima di fare/donare?
- Quanta presunzione ho nei confronti di Dio?
- Cosa non mi permette quell’abbandono completo?
- Cosa ostacola il mio amare incondizionatamente e completamente?
- Quali sono quei “denari” ai quali non so rinunciare per amare senza misura come Dio?
- Come uso i miei soldi/beni? Per il bene solo mio o anche per gli altri?
- Quanto/quando i miei interessi sovrastano gli impegni con Dio, con i poveri, con chi mi ama e con chi non mi ama?
- Penso che a volte le mie pretese, i miei interessi (anche economici) costano la vita di qualcun altro?