Mentre Gesù piange vedendoci come zombie (cioè come persone che vogliono vivere senza regole e senza valori e che pretendono di consumare il dono della vita in tutti i modi possibili), noi continuiamo a prendercela con Lui quando le cose ci vanno male:
Hai un momento Dio?
No perché sono qua, insomma ci sarei anch’io.
Hai un momento dio?
O te o chi per te avete un attimo per me?
Chissà quante volte glielo abbiamo chiesto! Magari quando tutto stava andando storto e non riuscivamo a sentire la sua presenza: “potresti trovare un attimo pure per me? Sembra che non sia degno della tua considerazione! Ma perchè?!”
Anche Marta e Maria, alla morte del fratello Lazzaro (cfr Gv 11,1-45), hanno sperimentato questo apparente silenzio del Signore. Anzi, benché avessero mandato a chiamare Gesù prima che Lazzaro morisse e tutto fosse irrimediabilmente perduto, il Signore non si reca subito da loro, ma attende due giorni! Lazzaro doveva morire!
Gesù si serve della morte per mostrare ciò che attende a chi ha fede. In fondo, per Gesù la malattia dell’amico non era per la morte (fisica), ma per la gloria di Dio (per la vita eterna). Per Gesù la morte è una porta necessaria da passare per entrare nella vita piena.
Bisogna solo attendere. I tempi di Dio sono molto diversi dai nostri… noi vorremmo tutto subito, invece Dio vuol darci tutto per l’eternità!
“Hai un momento Dio? – continuiamo a chiedere impazienti – te o chi per te avete un attimo per me?”. Dio non vuole darci un attimo, vuole darci l’infinito, quello che spetta a chi confida profondamente in Lui! Prendercela con Dio non aiuta certo a fare un’esperienza di vita o di fede… ma ci allontana sempre di più dal Signore che cerca di educarci a cose alte.
Non sentire la presenza di Dio è un’esperienza di morte che facciamo quando pretendiamo di fare di testa nostra, anziché fidarci di quello che Lui insegna.
Se il Signore dice di “togliere la pietra”, non preoccupiamoci di giustificare i macigni che ci portiamo addosso come un bene per coprire i fetori dei nostri peccati. Se non togliamo gli ostacoli, non permetteremo mai a Dio di entrare nella nostra vita e di trasformarla. Se Gesù ci chiede di togliere le bende (quali segni della morte) non dobbiamo perdere tempo: leviamo ciò che ci impedisce di agire come persone davvero vive, anziché vivere come morti ambulanti.
Dio ci parla di continuo: vorrebbe che vivessimo secondo il suo insegnamento perchè possiamo essere testimoni vivi del Salvatore che opera nel mondo attraverso di noi… Dio il tempo per noi ce l’ha, il problema è che noi non abbiamo mai un momento per Lui, per fermarci ad ascoltarlo e impegnarci a seguire la sua Parola!
Gesù non vuole cambiare la nostra vita, ma donarcene una completamente nuova! Ma noi preferiamo vivere da morenti, piuttosto che vivere da risorti…
- Ho un momento per Dio nella mia giornata?
- So trasformare i momenti drammatici in occasioni di fede?
- Riesco a mettere in pratica una parola del Vangelo ascoltata, letta, suggerita da un ministro di Dio per suo conto?
- Quali sono quelle pietre che ostacolano l’entrata del Signore nella mia vita?
- Quali sono quelle bende che mi impediscono ancora di vivere da risorto e testimoniare la vita piena in Cristo?
- Se gli altri mi vedessero vivere, da cosa potrebbero accorgersi che sono un cristiano autentico?
d. Domenico