Che poi a pensarci bene, questa storia di Gesù che si illumina (cf Mt 17,1-9) è un po’ strana… ma chi ci crede!?
Beh, io ho imparato a crederci nel momento in cui ho notato una cosa: ciascuno di noi porta una persona nel cuore e basta vederla, o anche solo pensarla se non addirittura sentirla nominata, che diventiamo raggianti! Il nostro volto tradisce emozioni che nemmeno a recitarle saremmo così bravi, la nostra bocca si spalanca ad un irresistibile sorriso, il nostro cuore inizia a pulsare sempre più velocemente… È il potere dell’amore!
In altri termini, anche noi ci trasfiguriamo, cambiamo, quando lasciamo sprigionare la bellezza che portiamo dentro… il problema è coltivarla! Gesù per 30 anni ha coltivato il rapporto col Padre e alla fine è esploso di gioia. Quel momento gioioso è risultato un po’ spaventoso ai suoi discepoli: non riuscivano a credere che l’amore avesse un’energia tale!
Anche noi potremmo esplodere di gioia e di energia se solo sapessimo fare esperienza profonda di Dio. Gesù lo faceva e nel Battesimo ci ha abilitato a questo suo stesso destino. La voce che i suoi amici hanno sentito “Questo è il mio Figlio amato. Ascoltatelo!” conferma loro che Gesù è veramente Figlio di Dio, e quel Dio ora sta dicendo a loro: se volete essere come Lui e gioire come Lui, fate quello che vi dice, o almeno sforzatevi!
Certo l’episodio è molto surreale… e lo deve essere! Surreale (lat. super e realis/res) significa appunto “sopra le cose materiali”, e oltre il materiale c’è Dio, quindi solo Lui può rendere possibile una cosa del genere… e solo chi ha fede potrà vivere questa dimensione e trarne beneficio, come Pietro che dice a Gesù “è bello per noi essere qui”, ci sentiamo a nostro agio, ovvero vogliamo stare sempre con te, dicci tu cosa dobbiamo fare.
Molto spesso, invece, siamo come quelli che preferiscono coprirsi gli occhi, e non vedere altro che le proprie punte dei piedi. Pensiamo a noi stessi e (forse) ci fidiamo solo dei nostri istinti… come gli animali… che povertà! Oppure di chi legge le stelle, le carte, le mani, il naso, e chissà cos’altro di assurdo.
Perché, piuttosto, non ci vogliamo fidare di Chi legge il nostro cuore e vuole solo il nostro bene? Perché non ci vogliamo fidare di chi, da 2000 anni, cerca di dirci cosa fare per essere raggianti?
Pensare a Lui… ascoltare Lui… mettere da parte noi stessi…
Solo così saremo vita, anzi saremo luce. Lui tifa per noi: “si luce chi può!”
- So stare davanti a Gesù Eucarestia lasciandomi guidare dalle sue parole?
- So abbandonarmi a Lui? Ho fretta quando prego?
- Quando prego so entrare in intimità con Dio? Mi sento a mio agio?
- Quando sento parlare di Dio mi sento raggiante? Se no, cosa provo? Perché?
- Quanto mi fido di Dio? Quanto mi fido di me stesso? So farmi da parte per lasciare spazio a Dio?
- Ho desiderio di rinascere a vita nuova con Lui?
d. Domenico