Amare una persona che la pensa diversamente da me, che è differente da me, è impossibile… oppure no?
Gesù dice di amare i propri nemici (cf Mt 5,38-48). Certo a primo impatto ammetto che l’ho scambiato per folle, come tutti. Nella vita mi sono impegnato sempre a essere diverso dagli altri, ma quando ho letto questo Vangelo Gesù mi ha messo di fronte a una triste realtà: non mi sono mai distinto da nessuno, anzi mi sono sempre comportato come tutti. La vera distinzione sta nel rispondere a Gesù che chiede a chi crede in Lui di amare i nemici, altrimenti non si fa nulla di diverso da chi non crede.
Superando la logica dell’ “occhio per occhio, dente per dente”, Gesù ci invita ad assumere il cuore misericordioso di Dio che ci è donato dal Battesimo… e che spesso tutti lasciamo ancora incartato perché essere Sua immagine e somiglianza è un concetto ancora troppo lontano dal nostro modo di vivere. Spesso si è presi pure in giro quando ci si comporta bene e, paradossalmente, siamo affascinati da chi riesce ancora a praticare il bene e a essere leale.
Chiediamo sempre agli altri di perdonarci e di comprenderci quando sbagliamo, ma non sappiamo perdonare quando qualcuno sbaglia con noi. E alla fine ci comportiamo come fanno tutti: “ti do se tu mi dai in cambio qualcosa”, “se mi hai fatto qualcosa (prima o poi) te la farò pagare…”
Dio ci dice “Siate santi, perché io sono santo” (Lv 19,2). In ebraico “santo” significa essere “separato”, “diverso”. Nel Battesimo siamo chiamati a diventare anticonformisti, perché Dio è così! Noi ci omologhiamo al modo di ragionare e di fare del mondo, Dio usa la logica dell’amore. Quando sbagliamo, subito ricorriamo a Lui chiedendo perdono del nostro peccato, ma noi non perdoniamo quando un fratello sbaglia e ci chiede perdono…
Dovremmo imparare a fare quel passo che distingue il cristiano da tutti gli pseudocristiani e dai non cristiani che non si comportano umanamente. Dovremmo imparare qualcosa dalla storia della pecora e del lupo:
Un lupo non potendo mangiare una pecora, decise di farle dei torti. Un giorno le donò un sacco pieno di spazzatura. La pecora l’accolse e sorrise. Andò a casa, prese un fiore, tornò dal lupo e glielo donò.
Il lupo meravigliato le disse: ti ho donato la spazzatura e tu mi dai un fiore?
La pecora rispose: ognuno dona ciò che ha nel proprio cuore.
- Cosa ho nel cuore? Sono arrabbiato? Perché? Con chi?
- Come coltivo i fiori della mia fede? Il mio rapporto con Dio è sincero?
- Riesco ad amare il mio nemico? Lo sento fratello nonostante tutto?
- Che esempio di fede dò con la mia vita?
d. Domenico