Spesso quando ascoltiamo questo brano del Vangelo (Lc 7,11-17) ci identifichiamo o nella donna che piange e si dispera, o in Gesù stesso che prova compassione… Perché non provare a immedesimarsi nel ragazzo morto?
In fondo tutti noi cristiani moriamo quando non riusciamo ad essere membra dello stesso corpo di Gesù, che è la Chiesa (cf 1Cor 12,12-14): quando vogliamo prevalere sugli altri; quando il Signore ci chiede di essere mano per operare e noi vogliamo essere capo per comandare; quando il Signore ci chiede di essere orecchio per ascoltare e noi vogliamo essere solo bocca per parlare; quando il Signore ci chiede di essere occhi che sappiano stare chiusi per adorarlo e noi vogliamo essere piedi pronti a scappare perché sempre indaffarati… È proprio questo nostro atteggiamento che non ci permette di essere cristiani veri, cristiani vivi!
Ma il Signore che non si stanca di noi, ci dice continuamente: “dico a te, alzati!”. Dio ancora spera che ci alziamo e torniamo a vivere, perché non vuole che siamo zombie, ma decisamente e pienamente vivi!
- So stare in ascolto del Signore?
- Mi fido di Dio al punto da accettare ciò che chiede senza contestare?
- Voglio essere parte del suo corpo e collaborare con Lui o voglio sostituirmi a Lui?
- La mia vita di fede è viva o sta morendo? Di cosa ha bisogno per restare vivo?
d. Dom