“Se Bello vuoi apparire, un po’ devi soffrire”


“Se bello vuoi apprire, un po’ devi soffrire”

Quanto è vero questo saggio e antico detto! E se è vero in un contesto mondano fatto di bellezza e piacere meramente esteriore, tanto più lo può essere per un discorso cristiano che chiede una Bellezza interiore e un piacere del tutto Alto e Altro, riflesso della santità alla quale Dio ci chiama.

Ecco perché Gesù parla della “porta stretta” (Lc 13,22-30). Bella la traduzione in cui l’imperativo di Gesù suona con “Gareggiate per entrare nella porta stretta”. Il Signore non vuole uno sforzo solo di volontà, ma l’opera fisica di chi non solo decide di passare la porta stretta, ma si dia veramente da fare! 

Di fronte a un ingresso ampio e spazioso, rispetto a uno stretto e di difficile percorrenza, tutti sceglieremmo il primo. Il problema è che lo percorreremmo anche senza sapere dove porta, rispetto al secondo di cui invece potremmo conoscere la meta. L’illusione crea false sicurezze… ma “non è tutto oro ciò che luccica”. La Parola di Dio è così: ci insegna cose apparentemente incerte e difficili da mettere in pratica, ma se le sapessimo vivere tutti, ne riceveremmo solo gioia! Invece preferiamo i falsi bagliori di ciò che sembra migliore e ci culliamo che ci porterà lontano.

Gesù invita a gareggiare per arrivare primi, come gli atleti, alla porta stretta, quella che ci comporterà qualche graffio, e magari ci strapperà pure la maglia… ma alla fine ripagherà con la gioia della conquista! Perché a un certo punto non ci sarà più tempo per entrarvi, il varco sarà chiuso, e chi resterà fuori non potrà accedere alla vera gioia, al Regno di Dio, alla Vita eterna.

Gesù viene interrogato da un tale se saranno pochi o molti quelli che verranno salvati. Gesù non risponde alla domanda perché a noi uomini interessa il numero, a Dio interessa salvare. Gesù sa che Dio vuole salvare tutti, per questo Lui è lì con loro, è qui con noi oggi. Ma arriverà un momento in cui non ci sarà più tempo per salvarci: si salverà chi avrà voluto farlo. 

La salvezza non è questione di numeri da collezionare, ma Vita realizzare. 

E la Vita è il gradino più alto del podio e, un po’ come l’oro delle Olimpiadi, bisogna impegnarsi per conquistarlo!
Ma come allenarsi per questa gara? Anzitutto avere chiaro l’obiettivo: la promessa della vita eterna. Per raggiungere l’obiettivo ci vogliono i mezzi: gli atteggiamenti cristiani che Gesù ci insegna. Quindi per allenarsi bisogna entrare in campo attraverso la porta (stretta e spesso scomoda): la Parola di Dio che Gesù ci comunica e ci chiede che venga messa in pratica. Ci dice le regole del “gioco”.

Ogni cosa della nostra vita necessita di uno sforzo e di una preparazione per essere conquistata. 
  • Qual è il mio obiettivo? Cosa voglio raggiungere? 
  • Ci credo alla promessa di Cristo? Mi voglio impegnare?

Quindi la salvezza è per tutti, ma solo se mi sarò impegnato ad arrivarci la otterrò. Perché perdere tempo, allora?
Come dire: “chi prima arriva, meglio alloggia”. 
  • Dove voglio alloggiare? Cosa voglio conquistare?
d. Domenico Bruno