Una delle più belle pagine della Bibbia è la vocazione di Geremia (1, 1.4-10).
Dio gli chiede l’amicizia, gli chiede di dar voce alle Sue parole, ma il profeta ha paura, perché non sa parlare, ma viene incoraggiato: il Signore gli ricorda che deve annunciare ciò che Lui gli ordinerà, che non sarà lasciato solo perché “Io sono con te per proteggerti”.
È come se noi fossimo la bacheca sulla quale Dio vuole scrivere per dar voce alla Sua Parola. Noi non dobbiamo preoccuparci di nulla, dobbiamo solo condividere e farlo conoscere ai nostri amici. Il resto lo farà Lui, come quel seminatore che uscì a seminare e nel tempo vide i frutti insperati (cf. Mt 13, 1-9).
Quante persone credono che evangelizzare significhi chissà-cosa-dire e chissà-cosa-fare e si tirano indietro alla missione che il Signore affida a ciascuno!
Quanti ragazzi, pur sentendo la vocazione al sacerdozio, credono di non essere all’altezza e abbandonano Dio nel momento del Suo “bisogno”.
Ognuno di noi è oggetto di fiducia:
Dio ci invia in ogni momento la Sua richiesta di amicizia,
ma puntualmente noi la rifiutiamo
(per paura, per pigrizia, per codardia, per vergogna…).
Lasciamoci trasformare dalla Parola e diventiamo “parola” per gli altri. A lungo andare vedremo le diverse reazioni che solo Lui sa suscitare… e non saranno sterili Like!