Quanto tempo perdiamo (a pensare agli altri, a pensare alle cose…) e quanto poco tempo a Dio.
Vogliamo tutti somigliarci e crediamo di essere originali. Ci imitiamo nel modo di parlare, nel modo di vivere, di vestire, di fare… seguiamo le mode per sentirci parte di un tutto e confrontarci, seguiamo gli stessi programmi tv o gli stessi personaggi sui social per poter commentare…
Magari c’è un malato che nessuno accudisce, un parente che gradirebbe la nostra visita, un genitore che vorrebbe stare più tempo con noi, un figlio che vorrebbe più amore, un partner che vorrebbe più attenzioni, ma ci vedono impegnati nel lavoro, nelle amicizie, nelle chiacchiere, con gli smartphone, con la tv, insomma nelle vanità… quindi si attrezzano per cercare altrove o in altro modo quell’affetto che si aspetterebbero da noi.
E perdiamo tempo così. E così perdiamo le persone care e la vita ci scorre senza essere vissuta. Ma prima o poi, il Signore torna a suonare alla nostra porta, per toglierci quella persona, o la salute, o per chiederci indietro la vita, allora incominciamo a disperarci: “ma perché proprio a me?”, “così presto?”, “avrei voluto più tempo almeno avrei fatto/detto…”
Il tempo il Signore ce lo dà, ma noi crediamo che sia per sempre. Il tempo è lo spazio di vita che siamo chiamati a riempire… sta a noi scegliere di cosa.
Alla fine della nostra vita, resterà solo ciò con cui abbiamo scelto di riempirla.
- Se il Signore venisse adesso, in cosa mi troverebbe impreparato?
- Questa settimana mi impegno a eliminare qualche impreparazione…
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